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    • Il bambino e la vita quotidiana

LA TV E' VIOLENTA? DALLA PARTE DEI BAMBINI

Quando ci si interroga sui problemi educativi nella società d'oggi non si può trascurare il rapporto bambini-TV, un rapporto che è stato ampiamente dibattuto negli anni.

La TV di volta in volta è stata demonizzata, come TV "spazzatura", "deficiente", "violenta", "aggressiva", "pornografica", oppure idealizzata come "baby sitter", come erogatrice di "programmi intelligenti", come momento di evasione dopo lo stress della vita quotidiana….ecc.
In TV in realtà c'è di tutto: la fiction, le news, gli approfondimenti, i documentari, lo sport, Panariello e Luttazzi, Pieraccioni….la TV insomma è di tutto un po'. "Se la conosci non ti uccide", dicono alcuni, e mi pare ben detto!
Se da un lato non va sottovalutata la sua importanza come significativo mezzo di comunicazione, carico di significati emozionali, dall'altro lato è importante averne una visione critica e personale. Ma come?
Persino Popper si esprimeva sulla TV segnalando i rischi di un condizionamento e influenzamento di cui di solito nessuno è sufficientemente consapevole. E' facile pensare di potersi difendere da un elettrodomestico che parla, ma meno facile è vedere attraverso quali sottili meccanismi ci seduce, ci ammalia, ci spinge a una determinata moda o ad un certo gusto piuttosto che un altro. E l'alternativa non è certo spegnerla!

L'influenza che assume sugli adulti apre diverse domande sui bambini, che spesso si trovano ad avere una TV come baby sitter.
In particolare la domanda che viene spesso sollevata riguarda l'eventuale connessione tra TV violenta e comportamenti aggressivi nella vita quotidiana.
Fanno spesso scalpore le notizie di bambini che imitando il gioco degli adulti visto alla TV finivano per farsi o per fare del male: lancio dei coltelli (tanto la soubrette non muore mai e nemmeno willy il coyote), impiccamento del cattivo di turno, volo dal 4° piano, distruzione del nemico a suon di calci ecc….proprio come funziona in TV.
E qui sono doverose alcune considerazioni.

Innanzitutto, perché si dovrebbe imitare solo willy il coyote che vola spiaccicandosi nel vuoto, o la farfalla che vola, e non la serenità della famiglia "mulino bianco"?
Si direbbe da un lato che qualcosa non funziona sul proprio senso innato del pericolo e sul bisogno di proteggersi, se ci si fa del male "per colpa della TV"; dall'altro lato va sottolineato come, in base a recenti studi, una prolungata visione della TV induca rilassamento e passività, con influenze pesanti sulla vita sociale e affettiva.
Evidente come in questi casi sfuma il confine tra gioco e realtà, tra fantasia e finzione, tra pericolo e scherzo, tra sogno e realtà, tra realtà e dramma.
Credo che il modo di guardare la TV sia decisamente una variabile cruciale, che dipende dalla figura genitoriale in primo luogo.
Le attenzioni dei genitori, infatti, insegnano e rafforzano il valore del difendersi, del proteggersi, del prendersi cura di sé, ma anche dello sperimentarsi attivamente.
Un bambino, di suo, non conosce l'ironia e non ha la capacità di osservazione e analisi di un adulto, che dovrebbe proprio aiutarlo a vedere il mondo con occhi propri, senza fermarsi alle apparenze.
La TV, da questo punto di vista, non è solo un mezzo di alienazione e imitazione di violenza, ma anche la possibilità di accedere ad altri mondi, di immaginare alternative prima impensabili.
Ad esempio, si potrebbe pensare che chi non si è mai confrontato con episodi "aggressivi" non si sia mai posto il problema di come ci si difende in caso di necessità, per cui risulta più vulnerabile in situazioni difficili (dove l'idea: "non deve succedere questo!" o "non è giusto", non aiuta affatto), così come chi viene sommerso da situazioni "violente" potrebbe pensare che nella vita ci si relaziona così, mettendosi in seria difficoltà.
Vi è poi tutto il confronto con altre culture e modi di pensare che non può che aprire a nuove domande e curiosità, tipiche di un mondo che si avvia verso la globalizzazione.

Cosa dovrebbe fare allora un genitore responsabile nei confronti della TV?

- ridurre e regolare i tempi di fruizione, tenendo conto anche dell'età del bambino;
- scegliere programmi di qualità, anche su videocassette;
- evitare di tenere la TV accesa come rumore di fondo;
- ricordarsi che i bambini imitano il comportamento degli adulti, per cui non potrà mai funzionare il proibire ciò che l'adulto poi si permette, solo perché "grande";
- non passare quindi essi stessi molto tempo davanti alla TV;
- guardare alcuni programmi insieme ai figli per spiegare, discuterne, tranquillizzare, per aiutarli a vedere "con altri occhi";
- controllare il telecomando;
- evitare di mettere il televisore in camera da letto;
- proporre alternative piacevoli (es. un gioco, una passeggiata, una gita…ecc)

In sintesi quindi, si ritiene importante non demonizzare in assoluto ciò che contiene in sé risorse e valori che vanno però colti e letti con occhi critici.
Eliminare ciò che potrebbe essere negativo, infatti, significa costruire l'idea di un mondo falso che non aiuta a vivere bene. La serenità di saper affrontare, perché no, anche le difficoltà e le circostanze negative che fan parte della vita, permette poi di gustare meglio il valore del benessere!

Dott.ssa Barbara Rossi, psicologa e psicoterapeuta.

 

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